Musikanten

Inizia con l’immagine di un ensemble che esegue musica antica per un programma televisivo (di successo), chiamato Musikanten, curato dai nostri due protagonisti.
Marta, bella e single, assieme al suo collega Nicola, presenta al direttore di rete un nuovo programma.
Si tratta di un progetto che mira a coinvolgere studiosi di varie discipline, che hanno in comune l’obiettivo di aprirsi a settori, normalmente, definiti non scientifici.
Da qui la ricerca dei vari personaggi.
L’incontro con uno di questi, uno sciamano che vive isolato in una strana casa costruita dentro una roccia, conduce Marta a sottoporsi a un esperimento di ipnosi regressiva.
L’esperimento rivela a Marta che forse, in una vita precedente, lei era un principe, amico e mecenate di Beethoven. Questa parte del film, descrive gli ultimi anni di vita di Beethoven visti da Marta.
La protagonista, uscendo dall’ipnosi, scopre che ha avuto luogo un colpo di stato globale.

Professore, rispondo con vero piacere. La notizia che Le hanno riferito non è per niente esatta.
Il film, in tre movimenti, si chiama Musikanten.
1. Nel 1° movimento si descrivono i due protagonisti, che lavorano per un’emittente televisiva, in una maniera insolita, e mi pare interessante. Si ignora, con naturalezza, la logica tradizionale del racconto e del suo pubblico, dal momento che se ne cerca un altro. I personaggi, inventati, sono più vicini all’antica Grecia che alle società grossolane e superficiali odierne.
2. Nel 2° movimento, tramite un espediente regressivo, si cambia epoca. Siamo nell’Ottocento, a casa di Ludwig van Beethoven. È toccato a un non attore, Alejandro Jodorowsky, rappresentare (degnamente) l’illustre e complesso compositore. Conoscendo la Sua pignoleria, e i Suoi inevitabili scuotimenti di testa, La prevengo. Il programma in fase di scrittura, aveva quattro punti fermi.
Primo. Scegliere fonti di prima mano. E che cosa poteva essere più sicuro degli Epistolari?
Secondo. L’avventura cinematografica di Beethoven era stata fissata nel tempo reale di mezzo film, circa 45 minuti. All’interno di questo spazio predefinito doveva starci una sintesi efficace della sua intensissima esistenza.
Terzo. La scelta convinta, di evitare nomi, luoghi, e date.
Quarto. L’arbitrarietà necessaria che impone l’opera d’arte, per cui il ritmo, l’etica e l’estetica, vengono prima della a volte superflua verità storica. Per questo, nel film, B. muore tra bianche e pulite lenzuola, invece che tra insopportabili dolori, pidocchi e fetore. Ma questo è un omaggio degli autori alla sua commovente grandezza.
3. Nel 3° movimento, a sorpresa, un colpo di stato. Cinque nazioni fondano il Nuovo Partito Democratico Mondiale.

Suo devoto B.


sceneggiatura e partecipazione di Manlio Sgalambro in Franco Battiato, Musikanten, L’Ottava, 2005

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