Tony Zermo in La Sicilia, 8 marzo 2014, p. 32
La filosofia è difficile da digerire
Anche i suoi articoli su La Sicilia erano per me incomprensibili. La verità è che per comprendere la filosofia devi fermarti a pensare
Mi sento un verme. Tutti celebrano la grandezza di Manlio Sgalambro, morto l’altro giorno a 89 anni, e io non l’ho capito. L’ho anche intervistato nella sua casa di via Umberto, mi ha parlato di uno dei suoi libri, La morte del sole, ho riportato quello che mi ha detto, ma non l’ho capito. Ho letto e riletto gli articoli che pubblicavamo su La Sicilia, ma nemmeno quelli sono riuscito a capirli. La verità è che tra un filosofo e un giornalista non c’è paragone, tutto a favore del primo.
Così sono rimasto un po’ spiazzato quando ho visto che illustri personaggi lodavano i suoi scritti. Evidentemente il ritardato mentale ero io, probabilmente dovuto al fatto che a scuola si studia poco o niente la filosofia: tanto vero che lui non l’ha studiata a scuola, ma osservando la vita. Io me lo ricordo non per i suoi libri, ma per il suo lato divertente che divertiva lui stesso quando sul palco, stonato com’era, cantava La vie en rose accennando a passi di danza. Era un uomo che amava la vita ed esorcizzava la morte, un genio da marciapiede che era stato adottato artisticamente da Franco Battiato, anche lui non facile da capire con le sue danzatrici circasse che cercano il centro di gravità permanente. Se non avesse detto che le onorevoli parlamentari sarebbero in realtà delle troie, forse sarebbe ancora assessore regionale assieme ad Antonio Zichichi. Crocetta ha preso la palla al balzo e ha scaricato tutti e due, che non potendo essere a Palermo per i loro impegni personali suscitavano mugugni. È stato il primo rimpastino della Giunta regionale di governo, ora gli esperti dicono che si approssima un rimpasto più consistente, ma non ci credo perché Crocetta non abbandonerà i suoi pupilli. E poi c’è un altro ragionamento da fare: e cioè smettiamola di cambiare assessori come si smettono i vestiti fuori stagione, perché uno dei buchi neri della Regione è stato sempre quello di mandare a casa per fini politici gli assessori dopo che avevano portato avanti un programma e dopo avere conosciuto la «macchina» del loro assessorato. Il governo Crocetta è in carica da 16 mesi, ancora è troppo presto per cambiare i cavalli.
Mi rendo conto di essere passato dalla scomparsa del filosofo di Lentini alla politica regionale, ma non ci sono schemi fissi nei ragionamenti. Le idee passano veloci e se non li fermi sulla carta, anzi sul computer, vanno via. Piuttosto mi stuzzica un interrogativo. Ma siamo sicuri che tutti questi presunti cervelloni che celebrano la grandezza di Sgalambro lo abbiano capito veramente?