Cacciari: «Uno sguardo spietato sulle nostre miserie»

in La Sicilia, 7 marzo 2014, p. 18

Bianco: «Fu un ponte tra cultura classica e società odierna»

Con Manlio Sgalambro scompare una personalità eclettica, autentico ponte tra la cultura classica e la società odierna: filosofo, scrittore, poeta, paroliere, cantautore, sceneggiatore, sapeva sempre mettersi in gioco, scommettersi, grazie a quella sua eterna curiosità che lo portava a essere sempre giovane, nel più profondo dell’anima», così il sindaco di Catania, Enzo Bianco, commenta la morte del filosofo. «Il suo sodalizio con Franco Battiato – ricorda Bianco – ci ha donato, per quasi vent’anni, geniali intuizioni e indimenticabili canzoni e opere. Noi Catanesi, suoi concittadini, dobbiamo dimostrare grande compostezza in questo momento. Non a caso Sgalambro nel libretto dell’opera Il cavaliere dell’intelletto, scrive che “Il nascere e il morire sono i due momenti unicamente reali”».
Franco Battiato commenta così: «Non ho nulla da dire, è una cosa privata, è un dolore personale molto forte».
«Grande filosofo, scrittore e poeta, autore di libri e fautore di un pensiero sempre stimolante e originalmente incisivo», così il ministro di Beni culturali e turismo Dario Franceschini esprime il suo cordoglio. «La sua collaborazione con Franco Battiato è poi destinata a rimanere impressa nella nostra memoria con canzoni memorabili e suggestive, a testimonianza del suo straordinario amore per la musica».
Massimo Cacciari lo ricorda così: «Mi è difficile parlare di Manlio. È stato uno degli incontri più straordinari, anche umanamente. Era una maschera drammatica. Era molto isolato nella sua vita. Non era un professore, non aveva fatto carnera accademica. Il primo libro, che è bellissimo, La morte del sole del 1982, lo presentai con lui a Lentini. Sgalambro era molto polemico nei confronti di ogni forma di ufficialità. Ha scritto libri molto duri e molto veri. La sua filosofia era molto leopardiana, una filosofia dolorosa ma vera. Il suo sguardo spietato nei confronti delle nostre miserie, delle miserie della nostra natura. Era spietato ma anche disincantato e quindi pietoso alla fine. Negli ultimi anni l’ho seguito di meno – ha detto ancora – Ebbe questo bel rapporto con Battiato. È un grande autore, un grande saggista, un importante filosofo. Molto meno apprezzato e noto di quanto meriti. Fa parte di quella corrente anti-idealistica, anti-razionalista che non ha mai avuto grande ascolto ma che è così importante con Tilgari, Rensi, Martinetti… Ciao Manlio».
«È morto un intellettuale importante per la Sicilia, che amava l’isola – lo ricorda Pippo Baudo, dicendosi «molto dispiaciuto e colpito dalla morte» del filosofo che aveva visto «più volte sul palco con Franco Battiato». «A lui piaceva molto cantare – aggiunge – ma era stonato: la sua canzone preferiva era La vie en rose. Ci mancherà ed è una grossa perdita per la Sicilia: era uno dei suoi più grandi intellettuali». «Questa città non sarà più la stessa», ha detto l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa del Comune di Catania Orazio Licandro. «Ci stupì ogni volta con i suoi libri, i suoi aforismi, le sue canzoni, le sue apparizioni canore, anche nell’antico greco degli dei, assieme all’amico Franco Battiato. Mai smise di pensare e mai smise, già con il suo comportamento, di ricordarci che il pensiero è la gioiosa e terribile condanna di noi umani».
«Purtroppo non l’ho conosciuto personalmente, ma sono onorata di avere inciso un suo pezzo, Emma Bovary», ricorda Patty Pravo, commentando la scomparsa di Sgalambro che, in coppia inossidabile con Franco Battiato, le ha regalato una canzone dal testo intenso e passionale.