Prefazione

Manlio Sgalambro in Selenia Bellavia, Pourparler, Prova d’Autore, Catania, (❓) 2012, p. ❓

Una estetica che non ha nulla da perdere – una estetica che ha da perdere non interessa affatto – scorge nella poesia anche la più feroce, oppure in quella levigata a mano come certi tenui marmi, ciò che dopo La terra desolata e Il Cimitero marino può tuttavia possedere ancora sonorità adeguate. Consummatum est: la poesia non vale più niente? Il nichilismo poetico è in realtà un residuo umanistico: esso crede nell’umano come un tempo si credeva nel divino. Afferma il nulla senza realizzarlo. Infine, sospira troppo. Anche gli idilli boschivi affettano il nichilismo. Ma dopo che la teoria del bosco è prevalsa sul bosco – vedi Heidegger e famiglia – la lingua si appiccica al palato. Il risultato, cioè, è il silenzio.
Selenia Bellavia non ha pietà alcuna per le sue ‘creature’. Essa procede implacabile come deve essere un poeta e per un momento dà realtà a quel nulla che ci attornia.