Manlio Sgalambro, Mesogea, Messina, (gennaio) 2011
Crepuscolo e notte prende per la prima volta veste di libro a più di cinquant’anni dalla pubblicazione sulla rivista letteraria catanese Incidenza. Giungono così all’odierno lettore l’acuminato rigore, l’aspra inquietudine del filosofo, e l’annuncio di uno scrivere inteso come «atto totale». Crepuscolo e notte – che avviò, negli anni Sessanta, la collaborazione di Manlio Sgalambro alla rivista Tempo presente – è forse il saggio in cui più compiutamente, tra i testi che egli ha scritto in quei decenni, è possibile riconoscere le tracce dell’opera a venire, di un esordio che precede di molti anni la rivelazione e l’urto de La morte del sole.
«Cosa serve all’uomo la certezza di Descartes? Il “cogito ergo sum” è una via sicura per la filosofia, ma che significa “sum”? Non significa “vivo”? E allora, se per la filosofia il dubbio è finito, per l’uomo non comincia ora?».