La diceria è fatta di rifiuti. E Bufalino ce lo fece capire

Manlio Sgalambro in Corriere della Sera, 11 settembre 2010, p. 59

L’omaggio

Sabato 18 alle 21, Franco Battiato presenta al Teatro Verdi Don Gesualdo, il suo film-omaggio sullo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, realizzato per Bompiani in occasione del go anniversario della sua nascita, con illustri testimonianze da Leonardo Sciascia (nella foto con lo scrittore) a Matteo Collura, a Piero Guccione e il filosofo Manlio Sgalambro di cui qui pubblichiamo un testo che presenta l’opera, ispirato al romanzo più celebre di Bufalino, Diceria dell’untore.
La pellicola verrà proiettata in anteprima dopo la presentazione e un’intervista di Mario Andreose a Battiato.

Il pensare «fecale» si nutre di rifiuti. La cultura splende nelle nostre case, libri e quadri eccellenti, dischi di musiche cinesi e cineteche piene di rarità… Ne esala odore di marcio e inizi di combustione. Frughiamo tra questi stracci e mangiamo. Questa è la diceria. Caccia allo stambecco, fasto dello spirito e ghette bianche. Vecchia Europa. Coiti misti a impulsi sociali di tipo spinale, Eiaculatio præcox e regressione al Fato. Lenta agonia di esseri senza verità… Anche questa è la diceria. Tra il tono borghese e il plebeo vi è quello che Kant chiamò «da signori». In altre parole la diceria.
La diceria è fatta di resti. Appartiene di diritto alla nostra epoca.
Bufalino avverte la pesantezza di questo concetto, la responsabilità di averlo estratto da emozioni selvagge e di averlo portato alla luce per darlo in pasto, alla fine, a una massa di disperati che ne vogliono fare soltanto «buon» uso… Ma la diceria non perdona.