Il filosofo Manlio Sgalambro. «Amo le tenebre, ma questo è troppo»

Alfio Sciacca in Corriere della Sera, 28 gennaio 2008, p. 16

Catania – «Sanno tutti che io non amo la luce e che le tenebre sono connaturate al mio temperamento. Ma questo è un buio diverso. È il buio di una città che ha toccato il suo punto più basso».
Anche un cultore della penombra come il filosofo Manlio Sgalambro, autore tra l’altro de La morte del sole, è disorientato dal buio della sua Catania. «Non amo le città luna-park alle quali preferisco quelle “scatapicchiate” che danno il senso della rovina. Ma se per un momento mi sposto da me debbo dire che questo è veramente un momento misero per la città».
Colpa di chi? «Catania sembra aver dimenticato quanto era ricca di tante cose e soprattutto di voglia di fare. Oggi invece mi pare ricca di niente. È tutto spento: non solo le luci delle piazze ma soprattutto sono spenti i catanesi, gente che non manda più alcuna luce. Le responsabilità sono sicuramente di un ceto politico trafficone che ricorda la peggiore Dc, ma anche dei catanesi».