Sgalambro “Io cantante? Sì, per gioco”

Giacomo Pellicciotti in La Repubblica (ed. di Milano), 7 luglio 2000, p. 12

Siamo alle ultime battute e il bilancio è già positivo per «La Milanesiana – Sulle spalle dei giganti», gli incontri con gli autori organizzati dalla Provincia nel cortile di Palazzo Isimbardi. È radiosa Elisabetta Sgarbi, direttrice artistica della rassegna: «Mi sembra importante che ci sia una così grande risposta per serate che parlano di libri e poesia. Anche se poi la letteratura s’intreccia con la musica di Arto Lindsay e Battiato, con il teatro di Paolo Poli e Carmelo Bene, che sarà premiato da Riccardo Muti, nella serata finale di lunedì, come musicista della voce. Per Poli favolista c’erano 800 persone, 400 le altre sere. Abbiamo dovuto mettere uno schermo sulla strada per far vedere anche a chi non trovava posto dentro. E stasera c’è il filosofo che si cimenta con la canzone».
E infatti c’è molta attesa per questa «serata» di oggi: il «Convito» delle 21.30 con Manlio Sgalambro che, sostenuto alle tastiere da Battiato, Michele Fedrigotti e Francesca Rivabene, si cimenterà anche nell’inconsueta veste di cantante (ma già l’altra sera a Villa Arconati si è cimentato in una “anteprima”). Chansonnier-filosofo? L’interessato ride, ma ci tiene a distinguere. «Cantare non direi. Impegno la mia vocalità per dire le mie poesie, ce n’è anche una inedita dedicata agli ultimi giorni di Kant, e poi mi arrischio a canticchiare un trittico di brani. È una cosa così, nata per scherzo, un gioco fru-fru. Un’esperienza catartico-liberatoria quasi wagneriana. La mer di Charles Trenet l’ho già cantata. Ora estendo il rischio ad Avec le temps di Leo Ferré e a un lied di Bach, in cui Battiato mi viene in soccorso nelle parti più complesse». Finora, racconta Sgalambro, «mi piaceva impegnare le voce per il gusto di leggere a voce alta. Prima di conoscere Battiato, avevo una scorta notevole di ascolto sull’onda della Filosofia della musica di Adorno. Soprattutto i compositori della Scuola di Vienna e il jazz contemporaneo, ma niente canzoni. Non sono un cantante, ma ho la convinzione che c’è un futuro per tutti quelli che diranno a voce i loro versi o le loro idee».