Franco Battiato – Manlio Sgalambro, musica di Franco Battiato in Franco Battiato, L’imboscata, PolyGram, Milano, (ottobre) 1996
«Ταὐτό τ’ ἔνι ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶ γηραιόν· τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεῖνά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν ταῦτα»1. / Passano gli anni, i treni, i topi per le fogne, i pezzi in radio, le illusioni, le cicogne. Passa la gioventù, non te ne fare un vanto: lo sai che tutto cambia, nulla si può fermare. Cambiano i regni, le stagioni, i presidenti, le religioni, gli urlettini dei cantanti… / E intanto passa ignaro il vero senso della vita. / Si cambia amore, idea, umore, per noi che siamo solo di passaggio. / L’informazione, il coito, la locomozione, diametrali delimitazioni, settecentoventi case. Soffia la verità nel Libro della formazione2. Passano gli alimenti, le voglie, i santi, i malcontenti. «Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume»3, né prevedere i cambiamenti di costume. / Ci cambiano capelli, denti e seni, a noi che siamo solo di passaggio. / «Εἴπας “Ἥλιε χαῖρε” Κλεόμβροτος Ὡμβρακιώτης ἥλατ᾽ ἀφ᾽ ὑψηλοῦ τείχεος εἰς Ἀίδην, ἄξιον οὐδὲν ἰδὼν θανάτου κακόν ἀλλὰ Πλάτωνος»4.
- trad.: «È la stessa cosa, che è viva e morta, che è desta e dormiente, che è giovane e vecchia. Queste cose, infatti, ricadono nel mutamento in quelle, e quelle viceversa in queste» in Eraclito, Frammenti, § 88
- cfr. Sefer yetzirah
- in Eraclito, Frammenti, § 91
- trad.: «Dicendo: “Addio sole!” Cleombroto d’Ambracia da un alto muro si gettò nell’Ade. Non gli era capitato alcun male che fosse degno di morte: aveva solo letto uno scritto di Platone» in Callimaco, Epigrammi, § XXIII