Hermann Kehren in Il Sole 24 Ore, 7 luglio 1991, p. 24
Con l’estate è un bene che vengano pubblicati i libri o le raccolte di massime. È questa la stagione adatta al genere, ideale per assaporare una frase e meditarla a lungo. Vorremmo segnalare due testi, di natura leggermente diversa, ma ugualmente interessanti che danno un contributo – per così dire – filosofico alla materia. Il primo è una raccolta di Guido Almansi fatta per argomenti (egoismo, donna, corpo, ecc.), il secondo è un prodotto originale che si deve a Manlio Sgalambro e reca il significativo titolo Del pensare breve.
Almansi ci offre un repertorio di aforismi (purtroppo senza indicare l’opera da cui sono stati cavati, limitandosi soltanto ad alcune indicazioni a pagina VIII e poi al nome dell’autore) decisamente piacevole. In esso si può ripassare la saggezza che si è incontrata in vita o acquisirne di nuova. Qualche esempio che prendiamo in prestito da Il filosofo portatile (questo è il titolo dell’opera di Almansi): «Apparteniamo a un’epoca dove la cultura rischia di essere affondata dagli strumenti di cultura». È di Friedrich Nietzsche. O questa di Karl Krauss: «La psicanalisi è quella malattia mentale di cui ritiene di essere la terapia».
Manlio Sgalambro propone invece un manuale che rappresenta il contrario della verbosità sistematica. I pensieri non sono semplici massime ma piccoli compendi del mondo. Sentiamone uno particolarmente forte: «Buoni affari. Una volta il borghese di razza osava comprarsi una moglie, ossia tutti gli atti sessuali di una vita in blocco, per fare un buon affare. Vitto e alloggio, e un regalino a ogni colpo ben riuscito, era la cifra che sborsava per fare di suo figlio un figlio di puttana». Sgalambro non perde occasione per pungere il lettore. E per tenerlo sveglio in questa lettura meglio di una insidiosa zanzara. Tra l’altro, la prosa è sempre tesa e scattante.
Il filosofo portatile, repertorio di aforismi scelti da Guido Almansi, Tea, Milano 1991, pagg. VIII + 310, L. 14.000
Manlio Sgalambro, Del pensare breve, Adelphi, Milano 1991, pagg. 152, L. 14.000