Manlio Sgalambro in La Sicilia, 24 maggio 1991, p. 3
Meditazioni provinciali
Pierre Klossowski ne La Monnai Vivante immagina un’epoca industriale – poi si vedrà che è già la nostra – in cui i produttori si faranno pagare dai consumatori con piaceri ed eccitanti emozioni. La persona umana, cioè, come fonte di piaceri, svolgerà il ruolo di moneta. «In che modo – si chiede Klossowski – la “persona umana” può svolgere il ruolo di moneta? E come i produttori, invece di “pagarsi” delle donne, si faranno mai pagare “in donne”? Come gli imprenditori, gli industriali pagheranno allora i loro ingegneri e gli operai “in donne”? Chi manterrà questa moneta vivente? Altre donne. E questo presuppone il contrario: delle donne che esercitano un mestiere si faranno pagare “in ragazzi”».
A questo punto Klossowski non indugia più, ma mostra come tutto questo già avviene: «Ciò che stiamo dicendo esiste già effettivamente. Senza ricorrere ad un baratto letterale, infatti, tutta l’industria odierna si fonda su un baratto mediato dal segno della moneta inerte che neutralizza la natura degli oggetti scambiati, vale a dire su un simulacro di baratto che consiste nella forma delle risorse in manodopera, dunque di una moneta vivente come tale inconfessata, ma già esistente».
Qui abbandoniamo temporaneamente Klossowski non senza riportare con noi una domanda e un problema. La domanda, prevedibile, è se il denaro non sia affatto inerte ma voluttuosa emozione. Mentre il problema, ovviamente, è quello dell’amore venale. In esso, infatti, l’atto di pagare entra a far parte dell’orgasmo come quello di essere pagati. La prostituzione non è uno scambio tra denaro e sessualità ma una tensione tra entrambi. Il che significa che la teoria della prostituzione come fogna seminale, dove vengono raccolti e dispersi i liquami seminali di una città (il vecchio libro di Parent-Duchatelet, De la prostitution dans la ville de Paris, Paris 1836, lo sosteneva con ammirevole puntiglio) non fa più testo. Essa echeggiava lo spavento di Agostino – «Se sopprimete le prostitute, le passioni sconvolgeranno il mondo» (De ordine, libro II, cap. IV, par. 12) – ma niente di più. Si tratta invece di capire il rapporto tra i due grandi piaceri nel momento in cui essi si incontrano e si uniscono. L’intervento del denaro mobilita il corpo e a suo modo lo eccita. Si ha una sessualità venale che non gode meno di quella carnale. La danza dell’orgasmo non vi è meno flessuosa. È fuori luogo la corrente osservazione che nel rapporto venale, il rapporto stesso viene ridotto a un livello assolutamente generico. Si incontrerebbero, cioè, una vagina e un pene.
Il denaro, invece, media altre qualità individuali non meno eccitanti. L’individuo infatti può non rispondere ai minimi canonici: giovinezza, prestanza, bellezza, aspetto maschio, virilità, eccetera ma essere ricco. Ma “essere ricco” è una qualità come essere giovane, bello, eccetera. La sessualità dei “poveri”, senza denaro ma solo “amore”, può essere scarsamente remunerata dal punto di vista dell’orgasmo. «Al desiderio risvegliato istantaneamente, e altrettanto istantaneamente spento, che la prostituzione soddisfa, è adatto soltanto l’equivalente in denaro… per il piacere venale, che rifiuta ogni rapporto che vada al di là dell’attimo e dell’impulso esclusivamente sessuale, il denaro, che una volta dato si separa in modo assoluto dalla personalità… serve nel modo materialmente e simbolicamente più perfetto, scrive Simmel nella Filosofia del denaro. Proprio per questo, continua poi il Simmel esso «è forse il caso più pregnante di degradazione reciproca alla condizione di puro mezzo».
In tutto ciò è però ignorato il carattere vivente del denaro. E quindi i soliti piagnistei. Ma giustamente Kossowski richiama al principio radiano della prostituzione universale: ciascuno e ciascuna sono chiamati a vendersi o a proporsi all’acquisto. Decisivo non è più il valore – il valore di quell’uomo o di quella donna – ma il suo prezzo. Più questo aumenta, più aumenta la sensazione voluttuosa. Ma a questo punto il disegno immaginario di Klossowski, da cui abbiamo iniziato, non ha più ragione di essere. Il carattere vivente del denaro rende superfluo il denaro vivente.