Nino Di Mauro in La Sicilia, 23 febbraio 1991, p. 16
Aci Bonaccorsi – L’attività di promozione culturale della Biblioteca comunale continua a rappresentare un’occasione di incontro ormai divenuta “eccellente” per quanti hanno il desiderio di accostarsi al vasto campo del sapere e comunque di cedere al fascino della lettura.
Questa volta, volendo proporre un incontro, anche se limitato nel tempo e perciò insufficiente, con il singolare e complesso mondo della filosofia nei suoi aspetti più attuali, è stato invitato il filosofo e scrittore Manlio Sgalambro, un illustre personaggio della nostra terra, autore degli interessanti saggi La morte del sole (1982), Trattato dell’empietà (1987) e del recente «racconto filosofico» Anatol (1990).
Dopo un breve saluto del prof. Salvatore Di Mauro, neo-assessore alla cultura, è toccato al prof. Giuseppe Pezzino, docente di Filosofia Morale all’Università di Catania, tracciare per linee essenziali ma ben caratterizzanti la figura del “pensatore” Sgalambro,
che con la sua opera ha suscitato interesse anche al di fuori dei confini nazio-nali.
È stato poi lo stesso prof. Sgalambro ad esporre ragioni e temi della sua speculazione di pensiero.
«Il discorso filosofico», ha esordito il prof. Sgalambro, «deve essere fatto di risposte superando tutte le incertezze, e filosofare dovrebbe essere un po’ un momento di “sospensione”, un momento in cui la vita si sospende per poi riprendere a vivere dopo essere passati attraverso l’inferno del filosofare».
Le posizioni di Sgalambro, chiarite dallo stesso attraverso la lettura di un brano che ha evidenziato cosa rappresenta l’esercizio e la morale del pensiero, sono servite da nota introduttiva per gli interventi degli studenti presenti in sala. In particolare, è emerso come la serietà della filosofia è rappresentata dalla sua esclusività, cioè il pensare che diventa la cosa realmente fondamentale in un momento particolare della vita dell’uomo.
Le altre questioni affrontate nel corso della serata e che hanno suscitato l’interesse e ancora interventi tra il numeroso pubblico hanno riguardato l’estetica e l’etica espressa nel pensiero filosofico di Sgalambro, nonché il valore della morale.
Insomma è stata una serata di alto valore culturale di quelle che non si dimenticano facilmente e che molti vorrebbero vedere ancora.