La lentezza del romanzo proustiano

Manlio Sgalambro in La Sicilia, 2 luglio 1988, p. 3

I libri che leggo quasi senza tempo, ed appartengono piuttosto a ieri che all’oggi. Ho sempre fra le mani Seneca coi suoi Dialoghi morali e Marc’Aurelio con i suoi Ricordi. Ma questi due libri non li consiglio, per motivi di gelosia, Ai giovani piuttosto direi di immergersi nella Recherche di Proust, per iniziarsi alla lentezza del romanzo proustiano, che è poi quella che lo protegge dai cattivi lettori. Oggi, la letteratura contemporanea in genere è accelerata. Il tempo è artificiale, non è neppure quello con cui si vive. Ed è fatto a misura del lettore che legge e getta, che non si sognerebbe più ormai di seguire per quaranta pagine il risveglio del protagonista.