Manlio Sgalambro in La Sicilia, 2 ottobre 1987, p. 1
È una conferma dell’esaurimento in atto della funzione del sistema parentale classico, mentre rivela sempre più la situazione di relitto delle funzioni paterno-materne mostra la positiva
sostituibilità con indifferenti sistemi di fecondazione. Padre, madre, figlio – la grande triade – non costituiscono più un rapporto essenziale. Essere madre diventa un episodio trascurabile come essere figlio o padre. Non è destinato più, per così dire, all’eternità.
Andiamo verso altri rapporti, per ora nebulosi; verso altri nomi, per ora ignoti. Mentre negli oggetti della tecnica si realizza il Nirvana occidentale, l’estinzione psichica, nello stesso momento in cui la serie degli oggetti è come si sostituisse alla specie, l’umanità resta interminabile, eppure praticamente è cessata. Il ruolo del «bonum cronis» viene gradatamente preso dalla produzione limitata di cose. Lo stesso individuo viene prodotto.
Presagire che la «madre» scompaia, che l’idea stessa di maternità si spenga, là dove si spengono stelle e interi sistemi solari, si offre allo sguardo con immensa malinconia. Ma di fronte alla beffarda grandezza di ciò che accade, ciò che vorremmo è irrisorio e vano.