“Cyberzone”, visionaria finestra sul mondo

Cyberzone, visionaria finestra sul mondo

I dieci anni del periodico. Incontro da Majazé con i redattori Falestra, Macaluso e Pistola e con Sgalambro

Da oggi inventarsi “momenti di realtà” al limite della fiction è possibile. Basta solo saper cogliere l’occasione. Perché troppo spesso la realtà sparisce, muore, si dissolve, assorbita da un universo mediatico che, mistificandola e omologandola, la sconvolge, la travolge, la deforma. Riscoprire la realtà contraddittoria e controversa. Aprire sul mondo una finestra “diversa”, alternativa, più vera. È un’utopia? Tutt’altro. È “Cyberzone”, il periodico visionario che attraversa il mondo credendo, o perlomeno sperando, di poterlo cambiare. Il semestrale più innovativo del momento, a dieci anni dalla sua nascita, viene presentato al Majazè dai tre redattori Marcello Faletra, Enzo Macaluso ed Emanuele Pistola, grafico e creatore della rivista. E insieme a loro c’è Manlio Sgalambro, intervistato da Marcello Faletra nell’ultimo numero dedicato alle “Nuove crudeltà”. Crudeltà mentali, secondo il filosofo catanese. Svariati i campi d’azione della rivista: si va dalla teoria critica alla verifica dello stato di salute dell’immaginario collettivo grazie al prezioso contributo di celebri “complici” rapiti al mondo della sociologia, dell’antropologia, della filosofia e dell’arte, da Jean Baudrillard, al sociologo urbano Mike Davis, al collettivo letterario Wu-Ming, a Gabriele Piana, a Felix Guattari. Una rivista ricca di immagini, ma l’immagine – come sottolinea Sgalambro sulla scia di Sartre – non è la realtà. “Cyberzone”, distribuito nelle librerie Feltrinelli, non è “di nicchia”, e non nasce da ambienti underground. È autoprodotto, ha una dimensione trasversale, non settoriale, ed è amato da tutti coloro che praticano forme di ibridismo culturale. Non passano inosservati gli interessanti e originali esperimenti di comunicazione de “I Cane-CapoVolto”, un collettivo catanese di video-artisti che rovesciano il punto di vista semiologico dei significati, creando “cortocircuiti mentali”, e assumendo fino all’esasperazione e all’enfasi le forme di ilarità veicolate quotidianamente e costantemente dal contenuto pubblicitario, per rivelarne così la falsità. E Manlio Sgalambro, filosofo della crudeltà, della “non-garanzia” e della “non-utilità”, lo sa bene. In lui non troveremo mai qualcosa di utile. Il suo è uno sguardo che penetra le cose fino a raggiungerne l’essenza, le attraversa, le percepisce, ma resta lì sulla soglia, senza varcarla… Occorre guardarsi intorno senza rifugiarsi nel passato, né tantomeno proiettarsi in uno sconosciuto e ignoto futuro. Perché – dice Sgalambro – se tu sei legato all’essere delle cose, sei legato al presente delle cose, inutile che scappi nel passato o nel futuro, di fatto te ne vai nel presente…”. E allora proviamo a leggere il presente con l’aiuto di “Cyberzone”: un modo critico, “visionario”, ma efficace di osservare la realtà.


Elena Orlando, “Cyberzone”, visionaria finestra sul mondo in “La Sicilia”, 30 aprile 2006

 

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