La «Famiglia sfuggita» e il filosofo Sgalambro

La famiglia sfuggita e il filosofo Sgalambro

Santarcangelo, spettacolo da un saggio

Santarcangelo. Un testo di Manlio Sgalambro, con lo stesso filosofo in scena per rispondere del proprio operato, andrà in scena l’11 luglio, nell’ambito del Festival. Il lavoro si intitola Anatol, così come il saggio, pubblicato da Adelphi, da cui è stato tratto. A proporlo sono gli attori del collettivo «Famiglia sfuggita», di Catania.
Protagonisti di Anatol, le domande che da sempre sono alimento della filosofia: la morte, il senso della vita, gli esseri umani, le responsabilità dei filosofi, degli intellettuali. Su questi temi Daniela Orlando, Biagio Guerrera e Benedetto Caldarella interrogheranno Sgalambro; un interrogatorio che si farà sempre più stringente, fino a comprendere la rilettura di alcuni suoi brani, con relativa e perentoria richiesta di spiegazioni. A mano a mano, da interlocutore Sgalambro diventerà prima un accusato, poi un vero e proprio inquisito. Fino alla sentenza finale, una condanna sulla quale però la compagnia preferisce mantenere riserbo.
«Oltre al nostro spettacolo Automatico da divertimento – racconta Daniela Orlando – il festival ci aveva chiesto una conferenza-intervento che fosse significativo della Sicilia di oggi. Abbiamo subito pensato a Sgalambro, che abita a Catania, ma eravamo piuttosto perplessi sul come avrebbe reagito. Lo immaginavamo austero e magari vagamente scostante, invece ci siamo trovati di fronte una persona piena di curiosità, di voglia di esplorare cose nuove, così disponibile che abbiamo trovato anche il coraggio per chiedergli di recitare lui stesso. Non ha battuto ciglio, anzi ci è sembrato divertirsi all’idea».
Oltre alle persone in scena, nella compagnia lavorano Alessandro Ajello e Aldo Cappadona. Nessuno ha specifiche funzioni: regia, recitazione, danza, musica emergono da un lavoro collettivo. Le sedi dei loro spettacoli sono a volte dei teatri, più sovente degli spazi scelti in base alle esigenze diverse, come scalinate, grotte, spazi industriali abbandonati, grotte. «Famiglia sfuggita» lavora generalmente in Sicilia, ma anche in Inghilterra o in Germania.


O. R., La «Famiglia sfuggita» e il filosofo Sgalambro in “La Stampa”, 6 luglio 1993

Precedente Sotto il segno di Valéry Successivo Vanini e l'empietà